Tradizioni natalizie nel mondo (parte 1)

Anche quest’anno è arrivato il momento di fare il presepe, scambiarsi i regali e organizzare pranzi in famiglia. In Italia abbiamo moltissime usanze legate al Natale: l’8 Dicembre addobbiamo l’albero, il 13 arriva Santa Lucia, la sera della Vigilia si mangia il pesce... Ma le tradizioni sono le stesse in tutto il mondo? Decisamente no: ogni Paese ha il suo modo di festeggiare. Ad esempio: sapevi che la Befana è una figura solo italiana? Le usanze natalizie hanno spesso origini legate alle leggende e alla storia del territorio. A volte sono molto particolari e divertenti. Vuoi scoprirne qualcuna? Continua a leggere: ecco come si festeggia il Natale nel resto del mondo.

Il Natale in Giappone non è festa nazionale e non ha un significato religioso. Ma è comunque una festa molto sentita, un momento di gioia da passare in famiglia o con i propri fidanzati. Ci sono diverse abitudini legate al Natale, ma la più particolare è sicuramente questa: il 25 Dicembre si va a mangiare il pollo fritto al fast food americano KFC. Niente di più lontano dai nostri cenoni! Ma la cosa più strana è che questa abitudine è nata grazie ad una pubblicità di KFC del 1974. I giapponesi ne furono conquistati e da allora associano il Natale al pollo fritto del noto fast food.

Qui potete vedere uno degli spot KFC:

Qui il Natale si festeggia con un barbecue in spiaggia! In Australia le vacanze estive iniziano proprio a Dicembre, quindi dimenticati la neve e il caminetto acceso. Persino Babbo Natale indossa i pantaloncini corti! Non solo: non appena mette piede in Australia, lascia le renne a riposare e fa trainare la slitta da 6 maestosi canguri bianchi.

Il 6 Gennaio è un giorno speciale: si festeggia il “Little Women’s Cristhmas” (“Nollaig na mBan” in gaelico irlandese). Il “Natale delle donne” è una festa tutta femminile: mamme, figlie, sorelle, mogli, amiche e fidanzate lasciano da parte le faccende domestiche ed escono a divertirsi. La tradizione nacque nel periodo in cui le famiglie erano di norma molto numerose. All’epoca nessun uomo avrebbe mai lavato un piatto o spazzato il pavimento: i suoi compari l’avrebbero chiamato “donnicciola” e nessun vero irlandese avrebbe mai corso un rischio del genere! Ma ogni anno, almeno per un giorno, gli uomini sbrigavano le faccende e le donne si prendevano un giorno di vacanza: uscivano a far baldoria e rientravano tardi. Nonostante la tradizione sopravviva solo in alcune parti dell’Irlanda (soprattutto a Sud), è ancora molto sentita. In questa occasione ci sono addirittura dei ristoranti con una clientela solo femminile!

Qui è la Capra Yule la figura che simboleggia il Natale. All’inizio si trattava di uno spirito protettore del Natale, controllava che i festeggiamenti si svolgessero nel migliore dei modi. Poi, nel corso del diciannovesimo secolo, la Capra è stata identificata come colei che portava i regali ai bambini. Oggi ha perso questo ruolo, ma rimane comunque uno dei simboli più importanti del Natale svedese. Tanto che, a Capodanno, si costruisce una Capra Yule alta 13 metri nella Piazza del Castello della città di Gävle. Il fatto strano è che da questa tradizione è derivata un’altra usanza: gli spettatori tentano di bruciare la Capra (fatta di paglia). Dal 1966 la Capra è stata bruciata 29 volte, incluso il Capodanno 2016. Chissà se anche quest’anno gli spettatori ce la faranno?

La tradizione di cui stiamo per parlare è diffusa anche in Baviera e in alcune zone del Nord Italia (come il Trentino Alto Adige). Ci sono diverse leggende che narrano da dove essa abbia avuto inizio. Secondo una di queste, alcuni contadini si travestivano da demoni e andavano a rubare provviste per sfamare le loro famiglie. Ma un giorno il Diavolo, si nascose in mezzo a loro per fare ancora più danni. Per fortuna un contadino si accorse dei suoi zoccoli di capra. Gli uomini chiamarono San Nicola, che riuscì a soggiogare il demonio. Oggi il Diavolo della leggenda viene identificato nella figura del Krampus, un mostro con corna gigantesche che indossa una sporca pelliccia e una cintura con campanacci. I Krampus sono selvaggi e violenti e approfittano delle notti nel periodo natalizio per sfogare tutta la loro cattiveria. Di giorno San Nicola li tiene a bada, ma la notte restano senza un guardiano e sono liberi di vagare per i villaggi. Oggi è tradizione organizzare parate e ricostruzioni della leggenda. Un carro guidato da San Nicola sfila per le vie della città, seguito da un corteo di demoni che minacciano chiunque gli passi davanti. I “demoni” indossano grandi maschere mostruose e usano forconi e fruste per spaventare i passanti. San Nicola tiene sotto controllo i Krampus fino al tramonto, ma poi deve ritirarsi. A quel punto, i Krampus sono liberi di rincorrere e spaventare adulti e ragazzini. C’è una regola da rispettare durante le parate: chi impersona un Krampus non deve mai togliere la maschera in pubblico!

In Italia la Befana passa a riempire di doni le calze dei bimbi. In Germania succede una cosa simile: il 5 Dicembre i bambini mettono le loro scarpe fuori dalla porta o dalla finestra per ricevere doni. Tuttavia, secondo la leggenda, i bambini cattivi rischiano una severa punizione. Spesso San Nicola è accompagnato da Knecht Ruprecht (Rupert il servo), un malvagio personaggio vestito di scuro, sporco e coperto di campanacci. Il suo compito è, appunto, punire i bambini che si sono comportati male. Nell’immaginario dei Paesi nordici ci sono spesso esseri inquietanti che si contrappongono a figure benevole (come Babbo Natale). La nostra Befana al massimo lascia il carbone al posto dei dolci!

Stavolta i protagonisti sono gli alberi di Natale, che non vengono decorati solo con palline e luci: gli ungheresi aggiungono anche ragnatele e ragni finti. Secondo la leggenda, c’era una vedova molto povera, che non aveva soldi per comprare gli addobbi natalizi. Il suo albero era spoglio e triste. Ma quando arrivò la mattina di Natale, la donna vide che i rami dell’albero erano stati decorati con mille ragnatele dal ragno che viveva in casa sua. Alla luce del sole le ragnatele sembravano fili d’argento e la vedova ne rimase incantata. Da allora ogni albero di Natale viene addobbato con fili e strenne. Inoltre vengono nascosti tra le fronde un ragno e una ragnatela finti: chi li trova sarà fortunato per tutto l’anno.

Se vuoi conoscere le tradizioni di altri Paesi, leggi qui la seconda parte dell’articolo.

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